Le Canarie ricevono rifiuti marini dagli Stati Uniti e, sorpresa, anche dalla Groenlandia

  • Gran parte dei rifiuti che raggiungono le coste delle Canarie provengono da luoghi lontani come il Canada, la costa orientale degli Stati Uniti, il Messico e persino la Groenlandia, a causa della confluenza di diverse correnti marine.

La traversata tra le Canarie e l’America durante l’era della navigazione classica, in particolare dopo il viaggio di Cristoforo Colombo, era determinata da due fattori chiave: le correnti marine superficiali e i venti alisei. Entrambi questi elementi erano essenziali per il successo delle spedizioni transatlantiche e definivano le rotte marittime tra l’Europa e il Nuovo Mondo. Ma quelle stesse correnti sono ora quelle che, invece di ricchezze, trasportano rifiuti marini per migliaia di chilometri. Trasportati nell’arcipelago dalla corrente del Golfo, si uniscono a molti altri provenienti dall’entroterra delle isole, causando un gravissimo problema ambientale. Questi sono i risultati ottenuti da SEO/BirdLife, in collaborazione con enti locali come Papacría, Oceans4Life, La Foresta o il Club Fronsub, che attraverso il progetto pionieristico RBMar raccolgono e analizzano i rifiuti che arrivano nelle Riserve della Biosfera di Gran Canaria, Lanzarote e l’arcipelago Chinijo, La Palma ed El Hierro. Le informazioni scientifiche ottenute serviranno a proporre azioni di gestione e politiche pubbliche volte alla conservazione di questi spazi naturali, fondamentali per la biodiversità marina delle Canarie.

L’influenza delle correnti marine

Gran parte dei rifiuti, di grande varietà e tipologia, che arrivano sulle coste delle Canarie provengono in molti casi da luoghi lontani come il Canada, la costa orientale degli Stati Uniti, il Messico e persino la Groenlandia, a causa della confluenza di diverse correnti marine come la corrente del Labrador, il Golfo o la corrente fredda delle Canarie, anche se la maggior parte dei rifiuti presenti in mare ha origine sulla terraferma.

Fondamentalmente, la plastica occupa il maggior volume tra tutto ciò che viene trovato, anche se sono i mozziconi di sigaretta l’elemento che spicca di più, il che evidenzia l’urgente necessità di gestire in modo efficace i rifiuti solidi negli spazi urbani.

Questo inquinamento, che colpisce gli ecosistemi marini, si aggiunge agli effetti del cambiamento climatico, costituendo una delle minacce più pressanti per la salute umana, ambientale e della biodiversità.

Lavoro esperto in comune

Il lavoro di monitoraggio di RBmar, che si concluderà nell’autunno di quest’anno, mira a definire un protocollo di monitoraggio dei rifiuti marini adeguato alle Canarie. Il lavoro consiste nel percorrere un tratto (transetto) di 100 m ispezionando tutti gli oggetti trovati di dimensioni comprese tra 0,5 mm e 2,5 mm, in ciascuna delle spiagge delle isole partecipanti, selezionate in base a diversi criteri tecnici. Questo percorso viene effettuato in ciascuna delle stagioni dell’anno, quello primaverile si svolge proprio in questi giorni, ed è realizzato da tecnici specializzati (biologi, geografi e ambientalisti).

Questo processo è fondamentale per raccogliere dati che, successivamente analizzati dal Centro Tecnologico delle Scienze Marine (Cetecima) con sede a Gran Canaria, consentiranno di caratterizzare i rifiuti marini, individuarne l’origine e le zone di accumulo.

Allo stesso modo, la Piattaforma Oceanica delle Canarie faciliterà la caratterizzazione oceanografica e delle correnti per analizzare i modelli di movimento, informazioni fondamentali per effettuare un monitoraggio e adottare future politiche per mitigare questo urgente e critico problema ambientale.

Pulizia responsabile e collaborativa

Oltre alle attività di monitoraggio dei rifiuti sulle spiagge, il progetto prevede altre azioni di intervento diretto, tra cui la pulizia dei fondali portuali di ciascuna delle isole, a cura di squadre di subacquei professionisti specializzati in lavori subacquei. Queste operazioni di pulizia richiedono una logistica complessa, sia per la formazione del personale che per la tipologia dei rifiuti che si accumulano sui fondali marini: reti da pesca, batterie, pneumatici, rottami metallici pesanti o persino automobili. Questi interventi contribuiranno non solo al miglioramento ambientale dell’area portuale, ma anche alla diffusione di conoscenze sui rifiuti sommersi, un aspetto ancora poco conosciuto che potrebbe dare luogo a futuri protocolli di intervento.

Verranno inoltre organizzate numerose operazioni di pulizia delle spiagge delle isole partecipanti, con un approccio collaborativo che coinvolgerà diversi gruppi di ciascuno dei territori, che vantano un profondo impegno e una lunga esperienza nella realizzazione di questo tipo di attività sull’isola. Queste azioni sono progettate in un’ottica ecologica, rispettosa degli ecosistemi costieri e con una profonda valorizzazione del contesto locale. Non si tratta di pulizie di massa, ma di attività attentamente pianificate, in cui l’impatto è ridotto al minimo, con un numero limitato di partecipanti e una formazione accurata.

L’intervento in ciascuna delle isole è adattato alle peculiarità del gruppo collaborativo e del territorio. A Lanzarote, ad esempio, l’iniziativa è realizzata con il collettivo Papacría, specializzato nella custodia del territorio e formato da un gruppo di artisti canari che si impegnano in attività legate alla conservazione e alla cura del nostro ambiente. Si concentra soprattutto sulla pulizia di zone di difficile accesso, data la forte pressione e l’accumulo di rifiuti marini sull’isola, una delle zone più colpite dal fenomeno delle maree nere nelle Canarie.

A Gran Canaria, SEO/BirdLife collabora con il collettivo Ocean4Life, impegnato nella protezione e nel ripristino degli oceani e degli ambienti naturali dell’isola, coinvolgendo soprattutto la comunità educativa nella realizzazione di pulizie delle spiagge. A La Palma, con l’Associazione Bioculturale La Foresta, nata nel 2021 da un gruppo di residenti motivati dalla difesa dell’habitat e della cultura rurale e selvaggia, che promuove attività di quartiere e di partecipazione comunitaria. A El Hierro, RBmar collabora con il Club di immersioni Fronsub, che promuove la diffusione e la fruizione dei fondali marini, dove ha organizzato numerose operazioni di pulizia, oltre che sulle spiagge.

Verranno inoltre effettuate raccolte di rifiuti sul fondo marino con l’aiuto di volontari che utilizzeranno maschere e boccagli, consentendo ai cittadini di partecipare direttamente al ripristino di questi ecosistemi marini. Si terranno anche incontri di sensibilizzazione con gruppi locali in ogni isola, promuovendo l’educazione ambientale e l’impegno dei cittadini nella lotta contro i rifiuti marini.

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