In piena guerra contro il diritto alla riparazione, alcuni marchi ti forniscono le istruzioni per riparare da solo i loro prodotti.

Immagina questa scena tipicamente italiana: si si rompe la lavatrice a casa tua, cosa fai? Chiami il tecnico, vero? Non certo perché non ti piacerebbe provare ad aggiustarla da solo, ma perché è praticamente impossibile. Dove trovi i pezzi di ricambio?  Come si smonta? Esistono istruzioni ufficiali? La risposta, nella maggior parte dei casi, è un bel “non lo so”.

Il problema della non riparabilità

Questa è la realtà di molti dispositivi tecnologici in Italia. Smartphone, elettrodomestici e persino trattori sono progettati per essere difficili da riparare, con istruzioni inaccessibili e pezzi di ricambio introvabili. Spesso, aprire un dispositivo annulla la garanzia, lasciando il consumatore con due sole opzioni:

  1. Pagare una costosa riparazione ufficiale
  2. Buttarlo e comprarne uno nuovo

Il risultato? Montagne di rifiuti elettronici. Solo in Europa, generiamo 35 milioni di tonnellate di RAEE ogni anno, con un enorme impatto ambientale.

Cosa dice l’Europa e l’Italia?

Nel 2020 l’UE ha approvato il diritto alla riparazione per estendere garanzie, garantire pezzi di ricambio e manuali, ma l’Italia, nonostante l’aumento della garanzia a 3 anni, resta indietro rispetto alla Francia che ha già introdotto l’etichettatura sulla riparabilità

Il caso John Deere (e non solo)

Uno degli scandali più famosi riguarda i trattori John Deere, che fino a poco tempo fa bloccavano le riparazioni fai-da-te tramite software. Gli agricoltori hanno dovuto addirittura hackerare i propri mezzi per poterli aggiustare!

E in Italia? Situazione simile con elettrodomestici e auto elettriche:

  • Alcuni modelli di BMW e Mercedes hanno cofani non apribili dall’utente.
  • Le bici elettriche spesso richiedono assistenza ufficiale per semplici riparazioni.

Chi sta cambiando le cose?

Fortunatamente, alcune aziende stanno invertendo la tendenza:

1. Fairphone e HMD (ex Nokia)

  • Fairphone produce smartphone facilmente riparabili, con batterie sostituibili in pochi minuti.
  • HMD (che ora produce i telefoni ex-Nokia) offre modelli come l’HMD Skyline, progettato per essere smontato senza attrezzi speciali.

2. Samsung e Apple (con limiti)

  • Samsung Self-Repair vende kit ufficiali, ma se sbagli, perdi la garanzia.
  • Apple permette riparazioni fai-da-te, ma sono complicate (serve una pistola termica solo per aprire l’iPhone!).

3. Stampanti 3D: l’esempio virtuoso

Mentre smartphone e lavatrici sono un incubo, il mondo delle stampanti 3D è diverso:

  • Aziende come Bambu Lab e Prusa forniscono guide dettagliate per ogni riparazione.
  • Alcuni modelli permettono di aggiornarli invece di buttarli (es: trasformare una Prusa MK3 in una MK4 con un kit).

Cosa possiamo fare in Italia?

  1. Scegliere brand che supportano la riparabilità (Fairphone, Framework per PC, Prusa per stampanti 3D).
  2. Pretendere più trasparenza sulle possibilità di riparazione prima dell’acquisto.
  3. Spingere per una legge simile a quella francese, con un etichetta chiara sulla riparabilità.

Non tutti devono diventare tecnici, ma tutti dovrebbero avere il diritto di riparare ciò che possiedono. In un’epoca di consumismo e obsolescenza programmata, la riparabilità non è solo un risparmio economico, ma una necessità ambientale.

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