Tenere le scarpe in casa è davvero un rischio per la salute?

Le nostre scarpe portano davvero sporcizia e germi in casa? Questo gesto quotidiano, spesso considerato un’abitudine igienica, è davvero giustificato? La risposta di un medico. Una paura invisibile che ci segue ovunque: germi, batteri, microbi… Dobbiamo temere ciò che le nostre scarpe nascondono sotto i nostri piedi? Da alcuni anni si sta diffondendo l’abitudine di togliersi le scarpe appena varcata la soglia di casa. Per comodità, ma soprattutto per motivi igienici. Ma questa routine, diventata quasi un riflesso per molti, si basa davvero su una necessità sanitaria o su una semplice credenza? È una domanda che molti si pongono senza cercare davvero una risposta. Eppure, merita di essere sollevata: tenendo le scarpe in casa, ci mettiamo in pericolo? Secondo diversi studi scientifici e le spiegazioni del dottor Gérald Kierzek, direttore medico di Doctissimo, la realtà è più sfumata. Sì, le nostre suole possono trasportare batteri. Ma è davvero un problema? Non tanto quanto si potrebbe pensare.

Cosa dice davvero la scienza sui germi sotto i nostri piedi

A prima vista, è difficile immaginare che le nostre scarpe da ginnastica quotidiane siano innocue dopo aver calpestato marciapiedi, metropolitane o luoghi pubblici. Secondo uno studio dell’Università dell’Arizona, il 96% delle scarpe è risultato positivo ai coliformi, batteri spesso presenti nelle feci. È preoccupante che il 27% fosse portatore di E. coli, un batterio collegato a diverse infezioni, alcune delle quali mortali. Ma anche se le nostre suole possono effettivamente ospitare batteri come l’E. coli, il rischio di infezione rimane “molto, molto basso”, insiste Jack Gilbert, professore alla facoltà di medicina dell’Università della California.

È un’osservazione condivisa dal dottor Kierzek, che ricorda un fatto spesso dimenticato: i batteri sono ovunque. Le nostre scarpe sono solo uno dei tanti vettori. “È impossibile vivere in un mondo senza microbi”, spiega. E voler disinfettare tutto non giova necessariamente al nostro sistema immunitario. “Più cerchiamo di vivere in un mondo asettico, più indeboliamo le nostre difese”, afferma il medico.

Altro punto da sottolineare: ad oggi non esiste alcuno studio che riporti casi di infezioni legate a escrementi di cane trasportati dalle suole delle scarpe. Una precisazione utile per relativizzare alcune paure a volte sproporzionate.

L’ossessione per l’igiene può ritorcersi contro di noi

Basta aprire gli occhi sui mezzi di trasporto o nei luoghi pubblici per capire che anche i nostri vestiti, le nostre borse, i nostri capelli e persino le nostre mani portano a casa una buona dose di microbi. E a differenza delle suole delle scarpe, queste parti del corpo o questi oggetti sono a diretto contatto con il nostro viso o con il cibo.

Il dottor Kierzek va anche oltre: “Sì, ci sono batteri sulle nostre scarpe, ma fino a prova contraria non le lecchiamo!” scherza. Un modo chiaro per rimettere le cose in prospettiva. In una sala operatoria, ad esempio, i medici tengono le scarpe. Sono semplicemente coperte da copriscarpe… non sterili. D’altra parte, nessuno entra senza lavarsi accuratamente le mani. Ecco dove sta la vera priorità.

Cosa fare davvero per limitare i rischi a casa

Lasciare o no le scarpe all’ingresso? Alla fine, la scelta rimane personale. Non farlo non fa male. Ma pensare che questo garantisca un ambiente privo di germi è illusorio. Secondo i medici, è l’igiene delle mani che deve essere al centro dell’attenzione, molto più dello stato delle suole delle scarpe.

Ecco le misure essenziali da privilegiare:

  • Lavarsi le mani quando si torna a casa, dopo aver preso i mezzi pubblici o aver toccato superfici pubbliche.
  • Evitare di portare le dita alla bocca o al viso senza averle lavate.
  • Pulire regolarmente le superfici di contatto frequente (maniglie, telefono, interruttori…).
  • Arieggiare la casa ogni giorno per limitare la concentrazione batterica.

Per quanto riguarda le scarpe, ognuno è libero di stabilire le proprie regole. Ma è meglio non esagerare. Una casa non è un laboratorio.

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