“Non c’è nemmeno umidità nell’aria”: le colture degli agricoltori minacciate dalla mancanza di pioggia

Nella Pianura Padana, marzo è stato il quarto mese più arido degli ultimi 65 anni. I terreni non sono mai stati così secchi in questo periodo, e la prolungata mancanza di piogge sta mettendo in allarme gli agricoltori, le cui colture stentano a crescere. «Nelle mie coltivazioni di mais, la germinazione è al 30%, quando normalmente a questa stagione dovrebbe essere al 90%», racconta Marco Rossi, agricoltore della provincia di Cremona, intervistato telefonicamente. La causa? Quasi tre mesi senza pioggia, che impedisce ai semi di svilupparsi o di sopravvivere se già germogliati. Questa situazione sta creando diseguaglianze nei raccolti, soprattutto per colture come il grano e la soia, con conseguenze preoccupanti per la resa finale. Secondo Luca Mercalli, climatologo e presidente della Società Meteorologica Italiana, «siamo di fronte a un deficit idrico grave e prolungato»: a febbraio le precipitazioni sono state il 50% in meno della media, a marzo l’80% in meno, e ad aprile il 70% in meno.

Semine a rischio: la terra è troppo secca

Marco Rossi è preoccupato anche per la mancanza di umidità nell’aria«Non c’è neppure la rugiada al mattino, e questo non è normale», spiega l’agricoltore, che lavora la terra da vent’anni.

«Mattinate senza rugiada in aprile non sono normali»
Marco Rossi – Agricoltore, provincia di Cremona

Questa situazione, spiega Mercalli, «non è senza precedenti, ma è comunque rara». Con appena 12 millimetri di pioggia contro una media di 60 mm, marzo 2025 è il quarto più secco in Italia dal 1959. I mesi peggiori restano marzo 1993 (7 mm)marzo 1961 (10 mm) e marzo 1973 (9 mm).

Il motivo? Un anticiclone persistente sull’Europa centrale, più che un effetto diretto del cambiamento climatico. Tuttavia, la siccità non colpisce tutti allo stesso modo: in alcune zone del Piemonte, durante il weekend di Pasqua, sono caduti 15-20 mm di pioggia, mentre in altre aree della Lombardia non è piovuto per settimane.

«È una situazione imprevedibile», commenta Giovanni Bianchi, coltivatore di riso nel Novarese e rappresentante di Coldiretti Piemonte, che in alcune zone ha avuto la fortuna di ricevere un po’ d’acqua.

Un anticipo di due mesi: il suolo è già come a giugno

Nonostante alcune piogge localizzate, la Pianura Padana sta vivendo un inaridimento eccezionale«Siamo in una situazione che di solito si verifica a fine maggio o inizio giugno», spiega Mercalli.

«Siamo in anticipo di due mesi: il terreno è già secco come in piena estate»
Luca Mercalli – Climatologo

Per Bianchi, le prossime settimane saranno decisive, ma preferisce non farsi prendere dal panico. Dopotutto, in passato, anche dopo primavere aride, l’estate ha portato piogge benefiche. «Noi agricoltori dipendiamo sempre dal meteo», ammette.

Eventi estremi sempre più frequenti

«Facciamo un mestiere che vive di alti e bassi», concorda Marco Rossi. «Ma ultimamente, i periodi di siccità o pioggia eccessiva durano troppo a lungo».

Un esempio? Marzo 2024, quando in molte zone del Nord caddero oltre 100 mm di pioggia in pochi giorni, causando alluvioni. «Se non piove per mesi e poi arriva un diluvio, le piante non reggono e marciscono», spiega Bianchi.

Questa alternanza tra siccità e bombe d’acqua solleva il problema dell’adattamento agricolo. Tuttavia, gli agricoltori intervistati non pensano a cambiare colture«Qui non siamo in un deserto, e possiamo irrigare», dice Rossi.

Tra le soluzioni possibili, maggiori investimenti in sistemi di irrigazione efficienti e la piantumazione di siepi per proteggere i campi dall’erosione. Ma una cosa è certa: il clima sta cambiando, e l’agricoltura deve adattarsi.

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