Scoperta storica: rinvenuto un giacimento di marmo nero con un elevato potenziale industriale

Ci spostiamo nel nord del Cile, dove una scoperta geologica ha catturato l’attenzione di tutto il settore minerario. Non si tratta di rame o litio, ma di una roccia metamorfica che potrebbe trasformare l’economia regionale e segnare una svolta importante nella diversificazione delle risorse del Paese. Si tratta nientemeno che di un giacimento di marmo nero. È stato scoperto alla fine del 2024, in una zona già nota per la sua attività estrattiva. I dettagli del progetto sono già in fase di elaborazione e sono previsti ulteriori studi nelle regioni vicine.

Cosa si sa finora di questo giacimento di marmo nero e come è stato scoperto?

Nella regione di Atacama, a 50 chilometri da Copiapó, è stato individuato un giacimento di marmo nero, una roccia le cui proprietà hanno suscitato interesse anche al di fuori del settore edile.

L’azienda incaricata della sua esplorazione è Pirita Azul, con il supporto tecnico del Centro di Ricerca, Sviluppo e Innovazione di Strutture e Materiali (Idiem) dell’Università del Cile.

Il marmo nero possiede caratteristiche fisiche che lo contraddistinguono per la sua rarità geologica e la sua struttura cristallina. Si tratta di una formazione metamorfica derivata da calcari puri, con impurità che ne determinano la colorazione scura.

Secondo le analisi preliminari, le vene estratte in questa zona cilena competono in termini di qualità con le varietà più pregiate del mercato internazionale.

La roccia è stata identificata in blocchi di grandi dimensioni, il che ne facilita la lavorazione in lastre. Ciò è essenziale per il suo utilizzo sia in prodotti decorativi che in altri settori, poiché non richiede tecniche metallurgiche complesse come nel caso dei minerali metallici. Questa particolarità riduce i costi e migliora la fattibilità industriale del progetto.

Come intende procedere l’azienda con questo giacimento?

Pirita Azul ha certamente reso nota la sua intenzione di creare una catena produttiva completamente localizzata nella regione di Atacama. Il progetto, denominato “Atacama Black Marble”, prevede le seguenti attività:

  • Estrazione diretta dei blocchi di marmo nero.
  • Lavorazione in loco per trasformarli in lastre e pezzi lavorati.
  • Distribuzione internazionale con un marchio di origine controllata.

Secondo le dichiarazioni di Juan Miguel Quintana, CEO dell’azienda, l’obiettivo è quello di mantenere l’intero ciclo produttivo nella regione: “L’idea è che tutto il processo si svolga ad Atacama. Dall’estrazione alla lavorazione dei prodotti finali”, ha dichiarato in un’intervista a Radio Duna, in Cile.

Questo approccio mira non solo a ottimizzare le risorse logistiche e operative, ma anche a generare un impatto economico nella zona, attraverso la creazione di posti di lavoro e lo sviluppo di competenze tecniche locali.

Sono state inoltre individuate zone adiacenti con presenza di altre varietà di marmo, come bianco, giallo e tonalità intermedie, in particolare in aree come Alto del Carmen e Vallenar. Tuttavia, queste località richiedono esplorazioni più dettagliate per confermare la loro fattibilità.

A cosa serve il marmo nero?

Il marmo nero non si limita all’uso ornamentale. Secondo Juan Miguel Quintana, esistono possibilità di applicazione in settori high-tech, come quello aerospaziale e medico. “Il potenziale è molto ampio. Non parliamo solo di rivestimenti o decorazioni”, ha dichiarato ai media locali.

Questa affermazione è molto significativa in un contesto in cui i materiali resistenti ed esteticamente distintivi sono sempre più apprezzati in settori come l’ingegneria di precisione e l’architettura istituzionale.

Inoltre, la composizione chimica e la struttura del marmo nero lo rendono una scelta ideale per ambienti che richiedono stabilità termica e resistenza all’usura, elementi chiave in ambienti industriali specializzati.

Quale potenziale rappresenta per il Cile questo giacimento di marmo nero?

Per chi non lo sapesse, il Cile si è da tempo affermato sul mercato globale come punto di riferimento nell’esportazione di rame e litio. Tuttavia, questa nuova scoperta rappresenta una svolta strategica.

Il marmo nero, non essendo un minerale metallico, può essere lavorato con un minore impatto ambientale e senza dipendere da reagenti chimici nella sua lavorazione. Ciò offre un’alternativa più sostenibile all’interno del modello estrattivo nazionale.

Il quotidiano El Diario de Atacama riporta che il progetto è stato valutato da esperti dell’Idiem, che hanno confermato la qualità del marmo e il suo potenziale di sfruttamento.

L’azienda Pirita Azul è in fase di certificazione e progettazione della catena del valore. Le fasi immediate includono:

  • Convalida tecnica e commerciale del marmo nero.
  • Installazione di impianti di taglio e lavorazione a Copiapó.
  • Ricerca di accordi con attori internazionali del mercato del marmo.

Il progetto, se consolidato, potrebbe segnare l’inizio di un’industria di materiali di alta gamma nel nord del Cile. La differenziazione basata sull’origine geografica e sulla sostenibilità potrebbe essere la chiave per competere in un mercato in cui la tracciabilità e il design esclusivo stanno guadagnando peso rispetto all’offerta di massa.

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