Nel vecchio convento sono state trovate ossa umane del XIX secolo: «Uno dei più grandi MITI di questo PAESE si è rivelato vero»

Uno studio archeologico ha portato alla luce i resti scheletrici di otto bambini e un adulto che giacevano nelle viscere di un edificio costruito nel XVII secolo, un tempo convento e ospedale di un ordine religioso. L’immaginazione, la curiosità e l’intrigo che suscitano le vecchie e antiche scuole diventano molto presenti con la recente scoperta dell’archeologia e dell’antropologia forense. Il mito secondo cui nelle scuole si sentono voci, ci sono fantasmi, maledizioni e altre leggende che suscitano mistero e terrore sembra aver preso vita nella scuola elementare Valentín Gómez Farías, situata nella capitale di Zacatecas, dopo il ritrovamento dei resti ossei di otto bambini e un adulto. Il luogo dove attualmente si trova la scuola elementare Valentín Gómez Farías era, secoli fa, un convento e un ospedale. Queste parole scritte nello stesso testo danno vita alle leggende che da secoli si sentono nei meandri delle pareti di tutte le vecchie scuole e oggi, dopo questa scoperta archeologica, il mito diventa realtà. La ricerca e lo scavo archeologico e antropologico sono stati condotti dall’Istituto Zacatecano per la Costruzione delle Scuole grazie al Ministero dei Lavori Pubblici dello Stato, con la revisione e il coordinamento dell’Istituto Nazionale di Antropologia e Storia (INAH).

Ritrovati resti ossei umani in quello che secoli fa era un convento e un ospedale

Secondo l’INAH, l’edificio risale al 1612 e aveva funzionato come convento e ospedale dell’Ordine di San Giovanni di Dio. L’INAH ha sottolineato che “uno dei più grandi miti del Messico è reale”, poiché nel paese azteco è comune sentire leggende metropolitane che affermano che molte scuole sono state costruite su antichi cimiteri.

In questo caso, la scuola Valentín Gómez Farías di Zacatecas ha confermato questa credenza scoprendo resti umani durante dei lavori di ristrutturazione, trasformando la leggenda in un fatto archeologico comprovato.

  • Resti ossei di otto bambini e un adulto, probabilmente del XIX secolo.
  • Una bara completa in legno, decorata con incisioni a rombi blu, con uno scheletro infantile avvolto in un sudario marrone.
  • Altri quattro scheletri infantili, resti di un adulto (femore completo e calcagno) sulla bara.
  • Tre sacchi mortuari aggiuntivi sotto la bara, anch’essi con resti infantili.
  • Una moneta datata 1862, che aiuta a stimare la temporalità del ritrovamento.
  • Un frammento di carta con testo in una lingua non identificata.
  • Bottoni, tessuti, ceramiche e metalli vari.
  • Resti in stato di conservazione moderato, ad eccezione dello scheletro nella bara, in condizioni migliori.
  • Una chiave di arco con lo stemma mercedario in pietra, in stile barocco, legata all’ultima fondazione dell’ordine in Nuova Spagna.

Tutti i resti saranno analizzati e conservati nel Museo di Guadalupe, ha indicato l’INAH.

Lo scavo e il successivo recupero dei resti ossei sono stati effettuati dall’archeologa Baudelina Lydia García Uranga e dall’antropologa fisica Lilian Ivette García May, mentre in un secondo momento sono intervenuti anche i restauratori Josué Israel Moreno Fraga e Miriam Jazmín Pineda Bravo, secondo quanto riportato dal rapporto dell’INAH nel bollettino 223.

I ricercatori hanno presentato le loro conclusioni su un fatto storico in Messico

I professionisti responsabili del ritrovamento nella scuola elementare Valentín Gómez Farías hanno fornito conclusioni fondamentali sull’importanza dei resti scoperti.

L’antropologa fisica Lilian Ivette García Maya ha sottolineato che la sepoltura principale attira l’attenzione per la posizione della bara, che è stata collocata con i piedi rivolti verso sud-est, il che non corrisponde al rituale cattolico tradizionale: “Per qualche motivo, non hanno potuto eseguire il rituale corrispondente”, il che suggerisce una possibile alterazione delle pratiche funerarie dell’epoca.

Allo stesso modo, García Maya ha sottolineato che la scoperta costituisce “una testimonianza che attesta l’occupazione del luogo e la presenza dell’ordine mercedario a Zacatecas”.

Da parte sua, l’archeologa Baudelina Lydia García Uranga ha spiegato che, sebbene i resti non siano ancora stati datati con precisione, si ritiene che risalgano al XIX secolo, in base al contesto dell’edificio e agli oggetti rinvenuti: “Sarà solo dopo l’analisi della collezione ossea che sarà possibile determinare la datazione delle ossa”.

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