Un’analisi dell’AIE ha dettagliato come i brevetti nel settore delle energie rinnovabili siano aumentati di 4,5 volte negli ultimi due decenni. Grazie a un nuovo progetto di Global Renewables Watch è possibile osservare il boom delle energie rinnovabili, in particolare solare ed eolica. Tuttavia, questo notevole aumento delle fonti pulite è riuscito a sostituire i combustibili fossili, e gran parte di questo progresso è dovuto ai brevetti tecnologici.
Energia verde in corsa: brevetti rinnovabili superano i fossili. La Cina domina, l’Europa accelera
L’iniziativa. Un’analisi dell’Agenzia internazionale per l’energia (IEA) ha dettagliato come i brevetti nel settore delle energie rinnovabili siano aumentati di 4,5 volte negli ultimi due decenni, superando in numero quelli basati sui combustibili fossili.
Le politiche globali. Questo aumento si osserva nella crescita della capacità rinnovabile e nelle politiche incentrate sull’impegno a raggiungere la neutralità carbonica. Secondo lo studio, il sostegno delle politiche pubbliche e i finanziamenti pubblici e privati hanno raggiunto i 60 miliardi di dollari in tecnologie su larga scala, ma alcuni di questi progetti devono affrontare sfide quali l’inflazione e l’incertezza politica.
Un movimento globale. Ora, se si vuole avere una panoramica più ampia su quale paese abbia investito di più, il re è senza dubbio la Cina. Il paese che da un paio d’anni è all’avanguardia nella transizione energetica ha destinato metà dei suoi brevetti energetici e oltre il 90% dei suoi finanziamenti di capitale di rischio a tecnologie di massa, come batterie ed elettrolizzatori. Da parte sua, l’Europa segue un percorso simile, concentrandosi su progetti di ingegneria su larga scala e le energie rinnovabili hanno superato il carbone. Tuttavia, gli Stati Uniti hanno mantenuto finora un portafoglio diversificato che comprende tecnologie fossili e pulite, ma questo potrebbe cambiare in futuro a causa dell’attuale amministrazione Trump.
Altre fonti emergenti. Secondo lo studio, un settore promettente è quello dell’idrogeno. I brevetti relativi alla produzione e all’uso di questa nuova fonte sono aumentati del 47% nel 2022, con un’attenzione particolare alle applicazioni industriali come i trasporti e la produzione di acciaio. In particolare, in Spagna l’idrogeno sta prendendo piede come futura fonte di gas e potrebbe essere esportato in Europa.
Gli investimenti futuri. Lo studio ha sottolineato la necessità di aumentare gli investimenti pubblici in R&S nel settore energetico, poiché attualmente i finanziamenti dei paesi membri dell’AIE non raggiungono lo 0,04% del PIL. I ricercatori hanno sottolineato che la strada da seguire è quella della collaborazione internazionale per lo sviluppo di ulteriori soluzioni. Inoltre, hanno posto l’accento su altre tecnologie emergenti come la cattura e lo stoccaggio del carbonio (CCS), le reti elettriche intelligenti e l’uso dell’intelligenza artificiale (IA) nella gestione energetica.
Ma c’è un collo di bottiglia. Da un lato, la carenza a lungo termine della catena di approvvigionamento di materiali strategici e la mancanza di infrastrutture in alcuni paesi. Dall’altro, il ritiro di alcuni progetti su larga scala incentrati sulle fonti pulite, come nel caso di BP. Infine, negli ultimi giorni è iniziata una guerra dei dazi da parte di Trump, quindi resta da vedere come si apriranno i mercati.