Che sia una reazione di Elon Musk o meno, il nuovo Papa americano Leone XIV non guiderà una Tesla

L’elezione di un Papa americano, Leone XIV, dopo la recente scomparsa di Papa Francesco, solleva una domanda attuale: Sua Santità percorrerà le strade a bordo di una Tesla? Se l’idea affascina per la sua audacia e per il suo richiamo alla Silicon Valley, la realtà vaticana, intessuta di tradizioni secolari e di partnership consolidate, suggerisce un percorso automobilistico completamente diverso per il nuovo Pontefice.

Un papa americano a Roma: la papamobile Tesla, tra sogno e realtà?

L’avvento di un papa originario degli Stati Uniti, nazione all’avanguardia nell’innovazione tecnologica e culla di Tesla, alimenta naturalmente le speculazioni. In un mondo in cui l’immagine e la modernità plasmano le percezioni, vedere il primo papa americano della storia, Leone XIV, optare per un veicolo così emblematico del suo paese d’origine, sinonimo di progresso e coscienza ecologica, è una logica seducente per alcuni osservatori. Una tale scelta potrebbe essere interpretata come un simbolo forte, una volontà di ancorare il pontificato in una nuova era, decisamente proiettata verso il futuro.

Elon Musk, figura di spicco di Tesla, ha già varcato le porte del Vaticano. Nel luglio 2022 ha avuto un colloquio privato di circa quaranta minuti con Papa Francesco nella residenza di Casa Santa Marta. La loro conversazione, che non era prevista nell’agenda ufficiale, ha toccato temi generali come il futuro dell’umanità, il ruolo della tecnologia, la crisi demografica e la necessità di regolamentazioni nel campo dell’intelligenza artificiale. Sebbene questo incontro testimoni un’apertura al dialogo tra la Santa Sede e i giganti della tecnologia, non può essere interpretato come un preludio a una collaborazione nel settore automobilistico.

La questione della papamobile, infatti, è regolata da considerazioni ben più radicate e complesse della semplice nazionalità del Sommo Pontefice o di un cordiale incontro. Se l’origine americana di Papa Leone XIV può suscitare interrogativi e speranze di cambiamento, le decisioni relative al suo veicolo ufficiale sono storicamente determinate da fattori istituzionali profondi, in cui la tradizione e la sicurezza prevalgono sull’effetto mediatico.

Mercedes-Benz e il Vaticano: una storia lunga quasi un secolo

Il rapporto tra il Vaticano e Mercedes-Benz è una vera e propria istituzione, una collaborazione che sfida il tempo. Da novantaquattro anni, la casa automobilistica tedesca ha l’onore di fornire veicoli ai Sommi Pontefici. Questa tradizione, improntata alla fiducia e al prestigio reciproci, è iniziata nel 1930, quando Mercedes-Benz consegnò un’imponente Nürburg 460 Pullman a Papa Pio XI. Questo primo veicolo papale ufficiale, dotato di interni sontuosi e finiture di notevole qualità artistica, ha segnato l’inizio di una partnership che si è consolidata nel corso dei decenni e dei pontificati.

Ancora più significativo per la nostra attuale riflessione, il Vaticano ha appena compiuto un nuovo passo decisivo con il suo partner storico, un passo che rende ancora più improbabile l’ipotesi di una papamobile Tesla. Nel dicembre 2024, una papamobile Mercedes-Benz completamente elettrica, basata sul modello EQG (la versione elettrica dell’iconica Classe G), è stata ufficialmente consegnata a Papa Francesco. Questo veicolo, appositamente progettato e realizzato a mano per soddisfare le esigenze specifiche del Papa, è la prima papamobile completamente elettrica nella storia del Vaticano. Verniciata in bianco perla, come da tradizione per i veicoli papali, e con targa SCV1 , questa nuova auto è stata sviluppata in stretta collaborazione tra gli ingegneri Mercedes-Benz e i servizi del Vaticano.

È destinata in particolare ad essere utilizzata durante il Giubileo del 2025. L’arrivo di questa papamobile elettrica Mercedes-Benz, all’avanguardia della tecnologia e frutto di una lunga tradizione, annulla di fatto uno dei principali argomenti a favore di una Tesla: quello della motorizzazione elettrica. Il Vaticano ha già abbracciato questa transizione, e lo ha fatto con il suo fornitore di lunga data.

Il silenzio di Elon Musk la dice lunga

Di fronte a tradizioni quasi centenarie, imperativi tecnici imprescindibili, partnership solide e all’attualità segnata dalla recente consegna di una papamobile elettrica all’avanguardia da parte di Mercedes-Benz, il silenzio di Elon Musk sulla possibilità di una papamobile Tesla per il nuovo Papa Leone XIV non sorprende affatto. Il Vaticano, sebbene decisamente orientato alla modernità, come dimostra il suo impegno a dotarsi di una flotta di veicoli completamente elettrici entro il 2030, opera su cicli lunghi e privilegia la continuità, l’affidabilità e la fiducia consolidata per simboli così potenti e visibili come l’auto papale. La papamobile è molto più di un semplice mezzo di trasporto: è un’estensione della funzione papale durante le apparizioni pubbliche, una piattaforma di comunicazione e un rifugio sicuro.

Se Tesla ha indubbiamente rivoluzionato l’industria automobilistica di massa con il suo approccio dirompente e il suo vantaggio tecnologico nel campo dell’elettricità, il segmento molto particolare della papamobile, con i suoi vincoli unici, la sua storia intimamente legata a Mercedes-Benz e il suo modello di acquisto non convenzionale, appare come una roccaforte difficile da conquistare con la sola forza della comunicazione all’americana. La nazionalità americana di Papa Leone XIV, sebbene segni una svolta storica per la Chiesa cattolica, non sarà probabilmente sufficiente a riscrivere le regole del più piccolo Stato del mondo, né a scalzare un partner la cui lealtà e competenza sono state più volte dimostrate.

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