Da 50 anni non sappiamo da dove provenga uno strano suono. Ora è tornato con forza su un’isola della Scozia

Nonostante gli sforzi per identificare la fonte del suono, il ronzio persiste come un fenomeno sconcertante che ha trasformato la vita quotidiana dell’isola. Ci sono fenomeni che sfidano non solo la ragione, ma anche la percezione stessa della realtà. Uno di questi è ricordato in Scozia dalla fine degli anni ’90, un ronzio a bassa frequenza che si sente in diverse parti del mondo e che, sebbene per la maggior parte delle persone passi inosservato, per chi lo percepisce è tanto reale quanto insopportabile. Il ronzio è stato chiamato The Hum e su un’isola scozzese sembra essere tornato con forza.

Rompere la calma

Nella remota isola di Lewis, nell’arcipelago scozzese delle Ebridi, un persistente e strano ronzio a bassa frequenza ha iniziato a disturbare la vita dei suoi abitanti, generando sconcerto, ansia e problemi di salute tra coloro che affermano di sentirlo ogni notte. Si tratta di un mormorio grave, pulsante e penetrante, che impedisce di conciliare il sonno e provoca vertigini, mal di testa e persino disturbi della concentrazione, secondo le testimonianze raccolte dai media britannici.

Nonostante la sua intensità per le persone colpite, il fenomeno non ha una fonte chiara e rimane al di fuori di spiegazioni condivise. La responsabile di documentare questa inquietante anomalia è Lauren-Grace Kirtley, fondatrice del gruppo di sostegno “The Hebridean Hum”, che ha raccolto decine di segnalazioni dei cittadini e registrazioni acustiche in diverse zone dell’isola, in cui appare un segnale persistente di circa 50 Hz, variabile in intensità, ma presente in tutti i casi. Questo dato ha permesso di escludere fonti locali come infrastrutture portuali, turbine eoliche o impianti industriali, e ha reindirizzato la ricerca verso una possibile origine… marina.

Tra il fisico e il percettivo. Sebbene alcuni membri del gruppo abbiano preso in considerazione ipotesi fisiologiche come le emissioni otoacustiche (suoni generati nell’orecchio interno), la disparità geografica dell’esperienza indebolisce questa linea di spiegazione. Pamela Weaver Larson, una delle partecipanti al gruppo, ha sottolineato che non sente il ronzio quando si allontana dall’isola, il che indicherebbe una fonte ambientale localizzata piuttosto che un fenomeno soggettivo.

Questa contraddizione evidenzia la complessità del caso, che si inserisce in un quadro molto più ampio: il cosiddetto “Worldwide Hum”, un fenomeno acustico documentato da decenni in diverse regioni del mondo, le cui cause rimangono enigmatiche e la cui semplice esistenza continua ad essere messa in discussione da alcuni settori scientifici. Glen MacPherson, fondatore del progetto World Hum Map and Database, ha raccolto centinaia di testimonianze che descrivono un ronzio simile al motore di un veicolo parcheggiato, più percepibile di notte e in spazi chiusi, anche se generalmente descritto come onnipresente.

The Hum, l’inizio. Come dicevamo all’inizio, alla fine degli anni ’90 in Scozia si cominciò a percepire questo ronzio. È quanto ha vissuto Georgie Helop, una donna scozzese che dopo la morte del marito si è trasferita nella località costiera di Largs, a ovest di Glasgow, in cerca di tranquillità. Quello che ha trovato è stato l’inizio di un incubo sonoro: un ronzio costante, grave, simile a quello di un camion al minimo, che sembrava non avere una fonte visibile ed era ancora più intenso all’interno della sua casa.

Non era solo un rumore fastidioso. Con il passare del tempo, il fenomeno ha iniziato a causarle disturbi fisici: mal di testa, emorragie nasali, dolori alle orecchie, oppressione al petto. Come misura disperata, Helop arrivò a dormire in una tenda in giardino, alla ricerca della pace che non trovava all’interno della sua abitazione. Il suo caso non era isolato: col tempo scoprì che non solo a Largs, ma anche in altre parti del Regno Unito, degli Stati Uniti e del mondo, molte altre persone riferivano di sentire lo stesso ronzio inspiegabile.

Sconcertante. Così, guardando indietro, dal 1973 sono stati documentati casi simili in località molto disparate: Taos nel New Mexico, Hueytown in Alabama, Roma negli anni Settanta, Bristol nel Regno Unito. In molti di questi luoghi, solo una piccola parte della popolazione, spesso donne di mezza età, dichiara di sentire il rumore, il che ha portato a molteplici speculazioni sulla sua origine.

Alcune teorie puntano a condizioni fisiologiche come l’acufene, una percezione sonora senza stimoli esterni. Negli anni Novanta, gli esperti dell’udito suggerivano che chi sentiva il ronzio semplicemente non accettava la diagnosi clinica. Ma con il tempo e grazie ai progressi della tecnologia, alcuni scienziati sono riusciti a rilevare emissioni reali, con frequenze così basse come 50 o 60 hertz, e anche altre più elevate nella gamma dei megahertz, aprendo la porta a spiegazioni che vanno oltre l’udito interno.

Un’altra spiegazione

Alcune ipotesi puntano a frequenze combinate che generano una sorta di “frequenza di battito” percepibile solo da una minoranza con estrema sensibilità acustica. Altri suggeriscono che il ronzio abbia origine nelle moderne infrastrutture (torri di telecomunicazione, turbine eoliche, condutture del gas, installazioni militari) o addirittura in fenomeni elettromagnetici o acustici non ancora compresi.

La mappa di un suono invisibile. Come dicevamo, nel 2012 un professore canadese di nome Glen MacPherson ha iniziato a sentire il ronzio nella sua casa di Sechelt, nella Columbia Britannica. La sua esperienza personale lo ha portato a fondare il World Hum Map and Database Project, una piattaforma collaborativa dove le persone colpite possono registrare la loro posizione e condividere le loro esperienze.

Nel corso degli anni sono stati segnalati oltre 5.000 punti del pianeta in cui si affermava di sentire il ronzio. Il progetto ha contribuito a dare visibilità a un’esperienza che per decenni è stata screditata o attribuita a cause psicologiche. Nel caso di Helop, i scienziati che hanno analizzato la sua casa hanno potuto registrare frequenze anomale, confermando almeno in parte che qualcosa di fisico stava accadendo in quell’ambiente.

Nuove spiegazioni. Come nei casi più recenti, una delle spiegazioni che ha preso piede associa il fenomeno alla geografia delle zone costiere. Largs, come molti altri punti in cui si registra il ronzio, si trova vicino all’oceano. Secondo questa teoria, esposta all’epoca sul Washington Post, le tempeste in mare generano onde il cui impatto si trasmette al fondale oceanico, provocando vibrazioni che si propagano attraverso la crosta terrestre.

Queste oscillazioni potrebbero viaggiare a grandi distanze ed essere rilevate da persone particolarmente sensibili alle basse frequenze, specialmente all’interno di edifici dove i suoni esterni sono più attutiti. L’ipotesi, sebbene plausibile, non ha ancora una solida conferma scientifica. Nel frattempo, continuano a circolare altre teorie più speculative: dalle radiazioni delle reti elettriche e dai test militari segreti, ai segnali di origine extraterrestre (non potevano mancare) o persino alle illusioni collettive amplificate dalla suggestione sociale.

Impatto ambientale. Comunque sia, ora che “The Hum” sembra essersi replicato a Lewis, le autorità locali hanno confermato di aver ricevuto segnalazioni di rumori a bassa frequenza e il team di salute ambientale ha avviato indagini preliminari, anche se finora non è stata raggiunta alcuna conclusione concreta.

Kirtley, da parte sua, ha assicurato al Times che tutto indica che l’origine del ronzio si trova effettivamente nel mare e che, oltre a nuocere alla salute umana, potrebbe influire sulla fauna marina. Questa sfumatura ambientale aggiungerebbe una dimensione più urgente al problema, soprattutto in un contesto globale di sensibilità ecologica e protezione degli ecosistemi costieri.

Incertezza. Nel frattempo, la comunità della piccola isola, che per anni ha vissuto in relativo isolamento e tranquillità, si trova ora ad affrontare un apparente disturbo invisibile ma tangibile, un’intrusione acustica che sfida i confini noti della spiegazione tecnica, della percezione sensoriale e della gestione pubblica.

Almeno per ora, e nonostante lo sforzo collettivo per identificare l’origine del suono, il ronzio persiste come un fenomeno sconcertante che, al di là della sua natura, ha trasformato la vita quotidiana sull’isola replicando gli eventi che sono stati segnalati in altri punti del pianeta.

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