Le particelle di plastica sono già entrate nel nostro organismo, ma gli esperti affermano che è possibile ridurne l’assunzione. Scopri cosa puoi fare per proteggerti da questa piaga silenziosa. Da poco la scienza ha iniziato a studiare le conseguenze dell’inquinamento da plastica sulla salute umana. Ma poiché le sue particelle sono ovunque – nell’aria, nel suolo, nell’acqua e negli alimenti – non sorprende che siano già entrate nel nostro organismo. Gli studi dimostrano che la micro/nanoplastica si è già infiltrata nei nostri polmoni, fegato, organi riproduttivi, intestino e tessuto cerebrale. I ricercatori non conoscono ancora le ripercussioni a lungo termine di questa nuova fonte di inquinamento, ma le prove dimostrano che potrebbe essere dannosa per la nostra salute. La plastica è una piaga contemporanea che ha invaso silenziosamente la nostra vita quotidiana, ma non è impossibile combatterla. Le ultime ricerche indicano diverse misure per ridurne l’assunzione. Per questo motivo, abbiamo raccolto informazioni da diversi studi e redatto una guida pratica che vi permetterà di sapere cosa potete fare per ridurre al minimo la vostra esposizione alle particelle di plastica. Prendete nota.
1 – Bere acqua del rubinetto
Sostituire l’acqua in bottiglia con quella del rubinetto potrebbe ridurre l’assunzione di microplastiche da 90.000 a 4.000 particelle all’anno. Secondo i ricercatori, questa riduzione potrebbe avere un impatto significativo.
Bollire e filtrare l’acqua aiuta anche a eliminare fino al 90% delle particelle di plastica, anche se gli esperti avvertono che bollirla può anche eliminare il cloro e i microrganismi presenti nell’acqua.
2 – Scegliete il tè in foglie sfuse
Le bustine di tè realizzate in nylon-6, cellulosa e polipropilene rilasciano diverse particelle legate alla composizione dell’involucro. Circa 1,2 miliardi di particelle per millilitro, con una dimensione media di 136,7 nanometri, provengono dal polipropilene.
Altri 135 milioni di particelle per millilitro, con una dimensione media di 244 nanometri, provengono dalla cellulosa. Il nylon 6, infine, è responsabile del rilascio di circa 8,18 milioni di particelle per millilitro con una dimensione media di 138,4 nanometri.
3 – Ridurre il consumo di alimenti confezionati
Uno studio internazionale sugli alimenti in scatola ha mostrato un aumento di oltre il 1000% dei livelli urinari di bisfenolo A (BPA) dopo cinque giorni di consumo quotidiano di zuppa in scatola.
Il bisfenolo A, noto anche come BPA, è un composto utilizzato nella produzione di plastica policarbonata e resine epossidiche, ed è comune nei contenitori per la conservazione degli alimenti come lattine, barattoli, contenitori e bottiglie di plastica.
Le ricerche suggeriscono che limitare il consumo di alimenti in scatola e confezionati può ridurre efficacemente l’esposizione alle microparticelle. Tuttavia, la durata e l’impatto sulla salute di questi picchi di BPA non sono chiari e richiedono quindi ulteriori ricerche.
4 – Evitare gli alimenti ultra-trasformati
Ricerche condotte da americani e canadesi hanno dimostrato che gli alimenti altamente trasformati, come i bocconcini di pollo, contengono 30 volte più microplastiche per grammo rispetto alle petti di pollo.
Lo studio evidenzia l’impatto della trasformazione industriale, che generalmente finisce per utilizzare la plastica in qualche fase della produzione. Se gli alimenti vengono cucinati in casa, ci sono meno possibilità di ingerire plastica. Più fasi o catene attraversa un alimento, maggiore è la probabilità che sia contaminato.
5 – Moderare il consumo di frutti di mare
Una recente ricerca condotta da diverse università statunitensi ha rilevato livelli significativi di microplastiche nel 99% di 182 campioni di pesce e frutti di mare acquistati al supermercato e su un peschereccio nello Stato dell’Oregon.
I livelli più elevati di particelle di plastica sono stati riscontrati nei gamberi rosa.
Un consumo moderato di frutti di mare, in particolare di specie che filtrano l’acqua di mare, come ostriche, gamberi, cozze o vongole, può aiutare a ridurre l’assunzione di microplastiche.
6 – Condire i cibi con meno sale
Diverse varietà di sali commerciali (sia terrestri che marini) sono state analizzate in uno studio internazionale che ha rilevato grandi quantità di microplastiche in questo minerale.
7 – Utilizzare contenitori di vetro per riscaldare e conservare gli alimenti
Scegliere contenitori di vetro o acciaio inossidabile per conservare gli alimenti in frigorifero o a temperatura ambiente può ridurre notevolmente l’assunzione di microplastiche.
Riscaldare gli alimenti in contenitori di plastica nel microonde per tre minuti può rilasciare fino a quattro milioni di microplastiche e due miliardi di nanoparticelle di plastica.
8 – Fare esercizio fisico e sudare
Una ricerca condotta da scienziati canadesi suggerisce che la sudorazione facilita l’eliminazione del bisfenolo A (BPA) dall’organismo, ma avverte che sono necessari ulteriori studi per conoscere le implicazioni a lungo termine di questo metodo.
Sebbene alcune prove indichino che la sudorazione faciliti l’escrezione di alcuni composti derivati dalla plastica, come il BPA, nessuna ricerca diretta conferma attualmente il suo ruolo nella riduzione del volume totale di microplastiche.
Sebbene non ne conosciamo ancora l’effetto in questo campo specifico, sappiamo che l’esercizio fisico è, nella maggior parte dei casi, una buona opzione per mantenere il corpo e la mente sani.
9 – Includi frutti rossi, viola e blu nella tua dieta
Frutti come more, lamponi e ciliegie o verdure come fagioli neri, cipolle rosse, cavolo rosso o melanzane aiutano a mitigare la possibile tossicità della micro/nanoplastica negli organi riproduttivi. La presenza di antociani, composti naturali presenti in questi alimenti, è il motivo principale per cui questa raccomandazione è stata inclusa nello studio pubblicato sulla rivista Pharmaceutical Analysis.
La ricerca ha determinato che il danno ossidativo e l’infiammazione sono due delle principali cause di tossicità delle microplastiche nell’organismo e che le proprietà antiossidanti e antinfiammatorie degli antociani possono combattere questi effetti.