I ricercatori hanno scoperto che alcuni microbi che vivono in elettrodomestici come lavastoviglie e scaldabagni potrebbero aiutare ad assorbire CO2 o eliminare sostanze inquinanti

Gli scienziati cercano gli estremofili non solo in luoghi estremi come gli oceani e i vulcani, ma anche in luoghi comuni come le nostre case.

  • Microbi negli elettrodomestici → potenziale contro il cambiamento climatico.
  • Progetto cittadino: cerca gli estremofili a casa e in natura.
  • Chonkus: cianobatteri che assorbono grandi quantità di CO₂.
  • CitSci.org → piattaforma per collaborare alla ricerca.
  • DNA del limo → chiave per nuove soluzioni sostenibili.
  • Partecipazione facile: foto, sondaggio, possibile kit di raccolta.
  • Enorme potenziale per tecnologie pulite e sostenibili.

Il limo trovato negli elettrodomestici potrebbe aiutare a combattere il cambiamento climatico

Le soluzioni più inaspettate contro il cambiamento climatico potrebbero trovarsi nelle nostre case. Lungi dall’essere una rarità dei laboratori o dei fondali oceanici, i microbi estremofili – organismi che prosperano in condizioni avverse – vivono in luoghi quotidiani come la lavastoviglie, lo scaldabagno o il condizionatore.

Estremofili: alleati invisibili contro il cambiamento climatico

Il microbiologo James Henriksen della Colorado State University è a capo della Campagna Extremophile: En Tu Casa, un progetto di scienza cittadina in collaborazione con SeedLabs, CitSci e il Progetto Dos Fronteras.

Il suo obiettivo: trovare microbi che assorbono CO₂ o degradano gli inquinanti, trasformando i rifiuti comuni in soluzioni climatiche.

Chonkus: il microbo che cattura il carbonio meglio di una foresta

Durante una spedizione nei condotti di ventilazione vulcanici al largo dell’isola di Vulcano, Henriksen e il suo team hanno scoperto Chonkus, un cianobatterio con una capacità unica: assorbe grandi quantità di anidride carbonica e, affondando nell’oceano, la rinchiude in modo permanente nelle profondità.

A differenza delle piante terrestri, che sono limitate dalla superficie, dalla stagionalità e dai nutrienti, Chonkus può fotosintetizzare in condizioni estreme, convertendo CO₂ in biomassa in modo continuo ed efficiente.

Una foresta microbica in casa?

I nostri elettrodomestici sono habitat estremi in miniatura. Zone calde, umide, buie o chimicamente aggressive sono perfette per alcune specie resistenti.

Henriksen sostiene che ogni casa potrebbe ospitare organismi mai visti prima, con sorprendenti capacità biochimiche.

Quella che sembra una macchia viscida alla base del termosifone potrebbe essere una comunità di estremofili in grado di biodegradare sostanze tossiche o assorbire gas serra.

Come partecipare: scienza cittadina senza uscire di casa

Il processo è semplice:

  • Individua i rifiuti sospetti in casa (viscidi, croccanti o insoliti).
  • Scatta una foto del ritrovamento.
  • Compila un sondaggio online su CitSci.org.
  • Se necessario, gli scienziati inviano un kit di raccolta per spedire i campioni.

Ogni campione viene analizzato mediante sequenziamento metagenomico, una tecnica che consente di identificare il DNA dei microrganismi presenti. Alcune specie possono essere coltivate e valutate per il loro potenziale uso industriale o ambientale.

Anche in natura: sorgenti acide e melma verde

La seconda fase del progetto, Campagna Extremófila: En la Naturaleza, cerca microbi in sorgenti termali, pozze carbonatiche e altri habitat estremi all’aperto.

In luoghi come il Colorado e la California, le sorgenti acide e calde ospitano microbi che trasformano la CO₂ in biomassa viscosa, visibile come bava o alghe verdi.

Henriksen spiega che questi microbi sono progettati per sopravvivere in condizioni simili all’acqua carbonata o al succo di limone, il che li rende ideali per gli ambienti industriali contaminati.

CitSci.org: una rete per la scoperta collettiva

La piattaforma CitSci.org, sviluppata dalla Colorado State University, consente ai cittadini di tutto il mondo di collaborare direttamente con i ricercatori.

Con oltre 1.500 progetti attivi, il suo obiettivo è quello di moltiplicare il numero di occhi attenti e accelerare la scoperta di soluzioni climatiche dalla vita quotidiana.

Gli estremofili rappresentano una fonte biotecnologica inesplorata, con applicazioni dirette nel settore delle energie rinnovabili, del trattamento dei rifiuti e della cattura del carbonio.

La loro capacità di funzionare in condizioni estreme permette di integrarli in processi industriali dove altri organismi non sopravvivrebbero.

Tra i possibili usi sostenibili:

  • Biorreattori per la cattura del carbonio negli impianti industriali.
  • Trattamento delle acque reflue contaminate da metalli pesanti o amianto.
  • Produzione di bioplastiche da rifiuti organici.
  • Sintesi di biocarburanti in condizioni di assenza di concorrenza agricola.

Se identificati e sviluppati correttamente, questi microrganismi potrebbero diventare tecnologie pulite in grado di ridurre l’impronta ecologica globale, utilizzando ciò che prima era considerato semplice sporcizia.

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