Sebbene graduale, questo processo potrebbe riconfigurare le relazioni economiche nei prossimi anni e aprire la porta a una maggiore multipolarità monetaria. L’egemonia del dollaro statunitense comincia a vacillare. Con una mossa senza precedenti, più di 10 paesi asiatici ed europei hanno deciso di limitare o vietare l’uso della valuta statunitense in determinate transazioni, nell’ambito di un crescente processo di de-dollarizzazione volto a rafforzare le valute locali e ridurre la dipendenza dal biglietto verde.
Addio al dollaro: paesi asiatici ed europei prendono le distanze dalla valuta statunitense
Il dollaro, storicamente considerato la valuta di riserva mondiale, sta affrontando una forte recessione a livello globale. Le restrizioni imposte in Asia e in Europa mirano a:
- Ridurre l’influenza economica e finanziaria degli Stati Uniti.
- Promuovere la sovranità monetaria attraverso l’uso di valute locali.
- Evitare la supervisione e il controllo finanziario di Washington.
Alcuni paesi hanno adottato queste misure a seguito di conflitti diplomatici o pressioni politiche da parte degli Stati Uniti, mentre altri vedono nella de-dollarizzazione un modo per ottenere una maggiore indipendenza economica.
Quali paesi hanno vietato o limitato l’uso del dollaro?
L’elenco delle nazioni che hanno applicato restrizioni al dollaro cresce rapidamente e comprende sia potenze che mercati emergenti:
Asia
- Cina: il gigante asiatico impone forti controlli sulle transazioni in dollari, consentendole solo attraverso istituzioni finanziarie autorizzate.
- Iraq: dal 2024, l’Iraq ha vietato l’uso del dollaro nelle operazioni interne per promuovere il dinaro iracheno.
- Paesi dell’ASEAN: composto da nazioni come Indonesia, Malesia, Thailandia e Vietnam, il blocco ha annunciato la sua intenzione di scoraggiare l’uso del dollaro nel commercio regionale.
Europa
- Russia: a seguito del conflitto con l’Ucraina, il governo russo ha drasticamente ridotto l’uso del dollaro nella sua economia.
- Bielorussia: ha limitato l’accesso al dollaro e promuove l’uso del rublo nelle transazioni locali e internazionali.
- Ungheria: ha avviato un processo di de-dollarizzazione che favorisce la moneta locale e promuove accordi in altre valute.
- Serbia: ha scelto di favorire le transazioni in euro e rubli, riducendo il ruolo del dollaro.
- Turchia: pur non vietando completamente il dollaro, ha imposto restrizioni all’uso commerciale e statale della valuta statunitense.
- Paesi della Comunità degli Stati Indipendenti (CSI): anche ex membri dell’Unione Sovietica come Kazakistan, Kirghizistan e Uzbekistan hanno avviato programmi di riduzione del dollaro nelle loro economie.
Perché i paesi stanno abbandonando il dollaro?
Ci sono diverse ragioni alla base di questa tendenza:
- Rafforzare le valute locali e guadagnare autonomia monetaria.
- Proteggersi dalle sanzioni finanziarie imposte dagli Stati Uniti.
- Diversificare le riserve internazionali verso attività come l’oro, l’euro o lo yuan cinese.
- Evitare la volatilità associata alle politiche monetarie della Federal Reserve.
La de-dollarizzazione non risponde solo a esigenze economiche interne, ma anche a un cambiamento strategico nella geopolitica mondiale.
È in pericolo la leadership globale del dollaro?
Sebbene il dollaro continui a dominare la finanza internazionale, i processi di de-dollarizzazione in molte regioni rappresentano una sfida crescente per la sua leadership.
Nel frattempo, paesi come la Cina e la Russia promuovono alternative al dollaro in accordi bilaterali e lanciano piattaforme di pagamento internazionali basate su altre valute.
La domanda non è se il dollaro sarà sostituito immediatamente, ma quanto terreno perderà nel prossimo decennio di fronte alle nuove strategie economiche globali.