L’acqua del rubinetto è potabile, ma a volte… non molto piacevole da bere. Buone notizie: esistono delle soluzioni! L’acqua del rubinetto italiana è tra le più controllate d’Europa: migliaia di analisi vengono effettuate ogni anno secondo il Ministero della Salute. Tuttavia, tra il sapore di cloro, la presenza di calcare o, più recentemente, i residui di PFAS e altri inquinanti rilevati in alcune zone, molti preferiscono giocare la carta della prudenza (e del palato esigente). È anche il mio caso: a casa mia, il caffè a volte ha un retrogusto di piscina comunale… Così ho cercato diversi metodi per purificare l’acqua del rubinetto a casa, senza diventare un survivalista.
Le caraffe filtranti: pratiche, ma da tenere d’occhio
È sicuramente il metodo più diffuso: si versa l’acqua, si aspetta un po’ e voilà, l’acqua dovrebbe essere più dolce e senza cloro. Le caraffe filtranti contengono microperle di carbone attivo e perle a scambio ionico. Il risultato: il calcare e il cattivo sapore vengono attenuati. Ma attenzione, l’Istituto Superiore di Sanità ricorda che la cartuccia deve essere sostituita ogni quattro settimane. Altrimenti, benvenuti batteri! E, poiché il cloro viene neutralizzato, si consiglia di conservare la caraffa in frigorifero e di consumare l’acqua entro 24 ore. Altrimenti, il filtro potrebbe diventare… un piccolo ecosistema.
Alternative ecologiche: carbone attivo e perle di ceramica
Meno conosciute, ma altrettanto efficaci, le perle di ceramica sono ricche di microrganismi che neutralizzano il calcare e il cloro. Basta un sacchetto da 15 perle (circa 15 €), da inserire in una caraffa o in una borraccia. Bonus: sono riutilizzabili per dieci anni! Sono economiche, silenziose ed ecologiche. Il carbone attivo (di bambù o quercia) purifica l’acqua aggiungendo alcuni minerali. Il costo è di 5-10 € a bastoncino. Basta ricordarsi di farlo bollire per 10 minuti all’inizio, poi lasciarlo in infusione nell’acqua per alcune ore. Ideale per chi non ha fretta di dissetarsi.
E i rischi?
Anche se l’acqua del rubinetto è generalmente sicura, recenti rapporti gettano un po’ di freddo. Secondo l’ISPRA, solo il 43% dei fiumi italiani è in buono stato ecologico. Inoltre, alcune indagini mostrano che i PFAS (inquinanti eterni) sono presenti nell’acqua potabile di alcune zone del Veneto e del Piemonte. Anche se i livelli rimangono legalmente accettabili (100 ng/l), altri paesi come la Danimarca o gli Stati Uniti sono molto più severi.
Allora bisogna farsi prendere dal panico? No. Ma è meglio informarsi e magari investire in una soluzione adeguata alle proprie esigenze, soprattutto se si è sensibili al gusto, alla durezza dell’acqua o alla salute dei propri elettrodomestici. E voi, quale soluzione ritenete più adatta per purificare l’acqua del vostro rubinetto?