Il pesce popolare diventerà un lusso? Gli esperti lanciano l’allarme. “Punto di svolta”

Lo sgombro dell’Atlantico, che è stato ampiamente disponibile per anni ed è stato considerato un’alternativa ecologica alle specie ittiche più diffuse, è in grave crisi. Gli esperti avvertono che gli stock di sgombro nell’Atlantico nord-orientale si stanno avvicinando a un “punto di non ritorno” a causa della pesca eccessiva. Cosa significa? La Marine Conservation Society (MCS) è un ente di beneficenza britannico che si batte per la protezione dei mari e degli oceani e per l’uso sostenibile delle loro risorse. Ogni anno pubblica la Good Fish Guide, che valuta le diverse specie di pesci in base al loro livello di sfruttamento. I pesci sono codificati con colori diversi nella guida: il verde è la “scelta migliore”, l’ambra è “da migliorare” e il rosso è “da evitare”. Gli esperti utilizzano anche una scala di valutazione a cinque punti. Le specie classificate 1 e 2 sono consigliate, quelle classificate 3 devono essere migliorate, mentre 4 e 5 indicano che il pesce non dovrebbe essere venduto affatto. Nella guida di quest’anno, gli esperti hanno suggerito ai consumatori di smettere di mangiare lo sgombro dell’Atlantico settentrionale, una specie sempre più a rischio di estinzione, che fino ad ora è stata un’alternativa ampiamente disponibile ed ecologica alle specie ittiche più diffuse. “Negli ultimi quattro anni, è stato oggetto di pesca eccessiva in media del 23%”, hanno sottolineato i ricercatori.

Sgombro. “Diminuzione costante dell’abbondanza”

Attualmente, lo sgombro dell’Atlantico settentrionale, catturato con reti da traino pelagiche, è stato declassato da 3 a 4. Ciò significa che non dovrebbe più essere venduto. Questa tecnica di pesca è la più comune tra i fornitori che riforniscono negozi e ristoranti. Lo sgombro pescato con ami e lenze nella stessa regione, invece, è stato declassato da 2 a 3.

“È molto preoccupante vedere un tale degrado di una fonte ittica che una volta era considerata sostenibile”, afferma Alice Moore, responsabile della Good Fish Guide presso MCS, in un’intervista al quotidiano britannico The Guardian. “Lo sgombro è sottoposto a un’enorme pressione da parte delle attività di pesca in molti paesi e la sua popolazione potrebbe presto non essere più in grado di riprodursi”, aggiunge. “Stiamo assistendo a un costante declino dei numeri, che si sta avvicinando a un punto di svolta. È necessaria un’azione immediata da parte del governo britannico per lavorare con altri paesi e adeguare i limiti di cattura ai consigli scientifici”, sottolinea l’esperta.

Come sottolinea il quotidiano britannico The Guardian, il totale ammissibile di catture (TAC) stabilito dal 2009 ha regolarmente superato i livelli raccomandati dagli scienziati, dal 5% fino all’80%. Tra il 2020 e il 2024, il livello medio di TAC ha superato le raccomandazioni scientifiche del 39%. Norvegia, Islanda, Isole Faroe e Regno Unito, tra gli altri, sono responsabili di questo, poiché continuano a ignorare i limiti di cattura sostenibili.

Lo sgombro scomparirà dai negozi? Esperti: mangiare aringhe

Vista la drammatica situazione, la Marine Conservation Society (MCS) ha fornito informazioni su cosa si può usare in sostituzione dello sgombro. Secondo gli esperti dell’organizzazione, le alternative sostenibili includono l’aringa del Mare del Nord e della Manica orientale e le sardine della Cornovaglia. Anche il pesce rana pescato nel Mare del Nord è stato etichettato come pesce “verde” invece che “ambra”, mentre il marlin blu è stato rimosso dalla lista rossa.

I ricercatori sottolineano che i consumatori dovrebbero fare scelte responsabili e li incoraggiano a cambiare le loro abitudini di acquisto. Tra le altre cose, raccomandano di scegliere le cozze allevate nel Regno Unito, che il MCS definisce “supereroi tra i frutti di mare” perché sono coltivate con metodi che hanno un impatto minimo sull’ambiente marino e vengono raccolte a mano.

Gli esperti sottolineano inoltre che il consumo delle cosiddette “cinque grandi” specie dovrebbe essere ridotto al minimo o del tutto evitato. Si tratta di merluzzo, merluzzo maculato, salmone, tonno e gamberetti. Questi sono i frutti di mare più popolari consumati nel Regno Unito.

Secondo i ricercatori, i consumatori dovrebbero anche utilizzare i servizi dei pescivendoli locali piuttosto che acquistare nei supermercati. Vale anche la pena scegliere il pesce in scatola e acquistare pesce intero, sottolineano gli esperti del MCS. “Queste azioni non solo promuovono la conservazione delle risorse marine, ma sostengono anche la pesca locale e aumentano la consapevolezza dei consumatori”, sottolineano i ricercatori.

Modena Volta Pagina