La vera origine dell’oro, un minerale che sarebbe apparso molto prima delle collisioni stellari

I ricercatori della Columbia University avanzano la teoria che potrebbe aver avuto origine da eruzioni di magnetar Un team scientifico dell’Università di Columbia ha avanzato una nuova ipotesi sull’origine dell’oro nell’universo, sfidando la teoria prevalente che attribuiva la sua formazione esclusivamente alle collisioni tra stelle di neutroni. La ricerca, supportata dai dati del telescopio integrale dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e dalle missioni della NASA, è stata evidenziata in un recente articolo del National Geographic.

Magnetar e le gigantesche eruzioni cosmiche: la nascita dell’oro nell’universo primordiale

I magnetar sono un raro tipo di stelle di neutroni con campi magnetici estremamente intensi. In determinate condizioni, queste stelle possono subire una “eruzione gigante”, un evento esplosivo che libera enormi quantità di energia. Secondo lo studio, queste eruzioni potrebbero generare condizioni adeguate per la formazione di elementi pesanti come l’oro e l’uranio.

Durante queste eruzioni, la superficie del magnetar raggiungerebbe una densità e una pressione tali da consentire una rapida cattura dei neutroni da parte degli atomi leggeri. Questo processo, noto come processo r, dà origine a isotopi instabili che, disintegrandosi, danno origine a elementi più pesanti.

La ricerca sostiene che questo tipo di eventi potrebbero essersi verificati nelle primissime fasi dell’universo, molto prima che le collisioni stellari fossero comuni. Ciò offrirebbe una nuova spiegazione su come e quando si sono formati gli elementi pesanti che oggi sono rari e preziosi sulla Terra.

Sebbene lo studio rappresenti un’alternativa promettente per comprendere l’origine dell’oro, gli stessi autori riconoscono che le loro conclusioni non costituiscono ancora una prova definitiva. La mancanza di prove dirette e la complessità di replicare o osservare questi fenomeni in dettaglio alimentano lo scetticismo all’interno della comunità scientifica. Tuttavia, la scoperta apre nuove linee di ricerca sulla formazione degli elementi pesanti e sul ruolo dei magnetar nell’evoluzione chimica del cosmo.

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