Modena può vantare, con orgoglio, una lunga tradizione di grande civiltà del lavoro, frutto di dure lotte e sacrifici.
Ma lavoro sottopagato, precarietà, cooperative spurie, tirocini, stage, crisi aziendali e delocalizzazioni delle imprese hanno sfibrato negli ultimi anni il tessuto della città, dove si registrano anche condizioni di sfruttamento insopportabili nel settore agroalimentare, nei servizi alla persona e nel settore educativo.
Per me e per Modena volta pagina il Comune deve tornare a essere un caposaldo della difesa della dignità del lavoro. Come?

– Pari salari e pari diritti tra lavoratori comunali e lavoratori di cooperative e privati che operano negli stessi servizi (scuole, Cra, biblioteche, ecc.)

Stop agli appalti al massimo ribasso, qualunque sia l’oggetto del bando di gara, che favoriscono malaffare e criminalità organizzata

Nell’aggiudicazione degli appalti devono essere favorite le imprese che rispettano i contratti di lavoro e massimizzano il loro impatto positivo verso la società e l’ambiente

Promozione di relazioni industriali stabili e lotta a caporalato e “false cooperative” con un tavolo comunale permanente di monitoraggio sulle condizioni di lavoro.

Carolina