L’estrazione dell’oro è stata e continuerà ad essere per molto tempo una componente fondamentale di molte economie, soprattutto nei paesi in cui la ricchezza mineraria ha dato origine a infrastrutture, esportazioni e fonti di lavoro su larga scala. In un contesto di crescente domanda di metalli preziosi, ogni giacimento aurifero diventa un bene di grande interesse a livello internazionale. Sebbene si pensi all’Africa o alle superpotenze asiatiche come principali punti di riferimento, esistono enclavi che sorprendono per il volume di estrazione e la redditività. Uno di questi punti chiave si trova in Oceania, nel territorio di un paese insulare che, nonostante la sua posizione remota, contiene una delle maggiori concentrazioni di oro del pianeta.
Qual è il secondo giacimento aurifero più grande del mondo?
Il giacimento di Grasberg si trova in Papua Centrale, una provincia remota dell’Indonesia, nelle vicinanze del Puncak Jaya, il punto più alto dell’Oceania.
La miniera occupa una superficie di oltre 14.000 ettari ed è stata classificata come il secondo giacimento aurifero più grande al mondo in termini di volume di riserve accertate e produzione annuale.
Il complesso minerario, gestito principalmente dalla società Freeport-McMoRan, estrae non solo oro, ma anche grandi quantità di rame e argento. Durante uno dei suoi anni di maggiore attività, ha prodotto oltre 58 tonnellate di oro, per un valoresuperiore a 4 miliardi di euro se calcolato ai prezzi attuali (68 €/g).
Freeport-McMoRan controlla il 90,64% dell’operazione, comprese le partecipazioni attraverso la sua controllata PT Freeport Indonesia. Il restante 9,36% è di proprietà del governo indonesiano.
Come dato interessante, oltre all’oro, Grasberg ha prodotto in un solo anno:
- 610.800 tonnellate di rame.
- 174 tonnellate di argento.
L’impressionante infrastruttura mineraria del giacimento di Grasberg
D’altra parte, gli impianti e la logistica sono degni di ammirazione. Il complesso dispone di:
- Una miniera a cielo aperto di 1,6 km di diametro.
- Una miniera sotterranea.
- Quattro impianti di concentrazione.
- Una rete di teleferiche a forte pendenza.
- Tubi di fango lunghi 166 km che trasportano il concentrato fino al porto di Amamapare.
- Centrale termica a carbone per la fornitura di energia elettrica.
Tutto questo si trova ad un’altitudine che supera i 4.000 metri sul livello del mare, il che aggiunge complessità tecnica all’operazione.
Come è stato scoperto questo giacimento aurifero in Indonesia?
La storia del giacimento risale al 1936, quando il geologo olandese Jean Jacques Dozy identificò formazioni minerali insolite nella regione montuosa. Tuttavia, solo nel 1960 una spedizione organizzata dalla società Freeport confermò la presenza di giacimenti significativi di rame, seguiti successivamente da quelli di oro.
Durante il decennio del 1970, dopo l’annessione della Papua occidentale da parte dell’Indonesia, fu costruita l’infrastruttura necessaria per avviare l’attività mineraria.
L’investimento iniziale fu di 175 milioni di dollari, superando del 45% il budget originale. Da allora, Grasberg è stata una fonte costante di reddito per lo Stato indonesiano e un’operazione strategica per Freeport.
Nel 1988 sono stati scoperti nuovi giacimenti nella zona di Grasberg (montagna di pascolo), consolidando l’enclave come uno dei punti più produttivi del pianeta.
Problemi sociali e ambientali della miniera di Grasberg
Come era prevedibile, la miniera è stata al centro di diverse controversie, riportate di seguito:
- Impatto ambientale: i rifiuti minerari hanno contaminato il fiume Aikwa e interessato oltre 130 km² di pianura.
- Conflitti di lavoro: nel 2011 i lavoratori hanno indetto uno sciopero per ottenere miglioramenti salariali. All’epoca, la paga oraria era di circa 1,50 $.
- Violenza: nel 1977 il gruppo separatista Movimento Papua Libera ha fatto saltare in aria parte degli impianti. La risposta militare ha causato centinaia di morti.
Naturalmente, Freeport è stata oggetto di numerose indagini da parte di organismi internazionali e ha perso polizze assicurative per violazioni ambientali, come la revoca dell’assicurazione da parte della Overseas Private Investment Corporation (OPIC) nel 1995.