Questo insolito animale ci salverà la vita

La sua capacità di rigenerare il proprio cervello, gli arti e gli occhi lo rendono oggetto dell’attenzione di tutti gli scienziati. Non è un animale come tutti gli altri, ma ha implicazioni scientifiche e biologiche che vanno oltre ciò che potremmo immaginare. L’ajolote o axolote è una salamandra originaria del Messico, ormai sulla bocca di tutti nella comunità scientifica per la sua straordinaria capacità di rigenerare parti del proprio corpo. Non c’è da stupirsi, questo animale scientificamente noto come “Ambystoma mexicanum” è in grado di rigenerare il proprio cervello, gli arti, il cuore e il midollo spinale. Questa capacità sembra fuori da ogni logica, motivo per cui ha portato ricercatori di tutto il mondo a studiare i suoi meccanismi biologici con la speranza di applicare queste conoscenze alla medicina umana. Da qui l’affermazione che potrebbe trattarsi dell’animale che ci salverà la vita. Gli scienziati si stanno concentrando sullo studio di questa specie prima che si estingua, poiché non ce ne sono molti esemplari al mondo.

Un modello di rigenerazione che ispira gli esseri umani

A differenza di altri anfibi, l’axolote mantiene le sue caratteristiche larvali per tutta la vita, un fenomeno noto come neotenia. Questa condizione gli permette di conservare le branchie esterne e una pinna dorsale, facilitando la sua vita acquatica permanente. Inoltre, la sua capacità rigenerativa non diminuisce con l’età, rendendolo un modello ideale per studiare i processi di rigenerazione nei vertebrati.

Recenti ricerche hanno identificato che l’axolote può rigenerare completamente gli arti amputati fino a cinque volte consecutive senza formare cicatrici. Questo processo implica la formazione di un blastema, una massa di cellule indifferenziate che si sviluppano nel tessuto perduto, ripristinando la struttura originale con funzionalità completa.

Cosa implica per la medicina umana

Lo studio dell’axolote ha rivelato il coinvolgimento di proteine specifiche nella sua capacità rigenerativa. Ad esempio, una variante dellaproteina mTOR, presente in questi anfibi, potrebbe essere fondamentale nella risposta rigenerativa, aprendo possibilità per migliorare la guarigione nei mammiferi.

Inoltre, la ricerca ha dimostrato che inibendo la proteina IL-11, associata ai processi infiammatori, è possibile aumentare l’aspettativa di vita dei topi fino al 25%. Questa scoperta, basata su studi sull’axolote, suggerisce che il controllo di alcuni fattori infiammatori potrebbe avere effetti positivi sulla longevità umana.

È in pericolo di estinzione

Nonostante la sua importanza scientifica, l’axolotl è in pericolo critico di estinzione nel suo habitat naturale, i laghi di Xochimilco e Chalco in Messico. L’inquinamento, l’introduzione di specie invasive e la perdita di habitat hanno ridotto drasticamente le sue popolazioni selvatiche. Sebbene esistano programmi di allevamento in cattività, la conservazione del suo entor

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