A lungo confinato alle rappresentazioni cosiddette maschili, il profilo della psicopatia nelle donne rimane poco conosciuto. Un recente studio sconvolge le idee ricevute… esaminando da vicino il loro rapporto con il trucco.
Una psicopatia meno visibile, ma ben presente
Quando si pensa a una persona “psicopatica”, l’immagine popolare tende molto (troppo) spesso a quella di un uomo freddo, violento, dallo sguardo gelido. Tuttavia, la psicopatia cosiddetta femminile esiste davvero e sa come rendersi discreta. Meno incline alla violenza fisica, si manifesta maggiormente attraverso comportamenti sottili: manipolazione sociale, seduzione strategica, bugie a cascata… Insomma, giochi di potere ben oliati, ma molto reali.
È qui che entra in scena la famosa “triade oscura” della personalità: narcisismo, machiavellismo e psicopatia. Tre tratti che, presi separatamente, non fanno di voi una criminale nota, ma che, insieme, delineano una personalità incentrata sul controllo, la freddezza emotiva e lo sfruttamento degli altri. Ed è proprio questa dinamica che alcuni ricercatori brasiliani hanno deciso di esplorare… attraverso il prisma del trucco.
Quando il rossetto solleva questioni scientifiche
Lo studio, recentemente pubblicato sulla rivista Archives of Sexual Behavior, è davvero intrigante. Più di 1400 donne sono state intervistate, valutate e osservate, non sotto le luci al neon di un laboratorio psichiatrico, ma attraverso le loro abitudini estetiche. L’obiettivo: determinare se esiste un legame tra lo stile di trucco e i tratti di personalità oscuri.
Risultato? Le donne che si truccano in modo più marcato tendono ad ottenere punteggi più alti in termini di narcisismo, ma più bassi in termini di psicopatia. Al contrario, quelle che preferiscono un look più discreto, o addirittura nessun trucco, hanno mostrato livelli più elevati di psicopatia nei test psicometrici.
Si potrebbe pensare che un trucco appariscente sia indice di un bisogno di controllare la propria immagine, di sedurre, di imporre la propria presenza. E in parte è vero, secondo questo studio… ma questo corrisponde più al profilo narcisistico che a quello psicopatico.
Dietro l’eyeliner, la psicologia
Non bisogna cadere nella trappola del giudizio affrettato. Lo studio non dice che le donne che usano poco trucco sono un pericolo pubblico, né che le fanatiche del contouring sono modelli di virtù. Ciò che mostra è una tendenza, una correlazione, non una verità scolpita nella pietra.
Le ricercatrici spiegano che alcune preferenze estetiche potrebbero riflettere una forma di “congruenza” psicologica. In altre parole, il nostro aspetto può talvolta tradurre, consciamente o inconsciamente, il modo in cui ci posizioniamo nel mondo.
Così, una persona che non si trucca può essere meno attenta allo sguardo degli altri, meno preoccupata delle aspettative sociali. Questo distacco, lungi dall’essere un difetto in sé, può anche essere accompagnato da tratti come una scarsa empatia o uno stile di vita più individualista, caratteristiche che spesso compaiono nei profili psicopatici.
Meno trucco, meno conformismo?
Lo studio ha anche testato le abitudini estetiche in vari contesti sociali: a casa, agli appuntamenti romantici, alle riunioni di lavoro o in palestra. Anche in questo caso, le donne con punteggi elevati di psicopatia tendevano a truccarsi meno, indipendentemente dal contesto.
Ciò potrebbe tradurre un certo disprezzo per le convenzioni sociali o il desiderio di mantenere il controllo in ogni situazione. Contrariamente a quanto si crede, infatti, la psicopatia non è sempre sinonimo di stravaganza o eccentricità. A volte è nella discrezione che si esercita il potere, silenzioso ma incisivo.
Uno specchio, ma non una diagnosi
Naturalmente, questi risultati devono essere presi con le pinze, o meglio con uno sguardo critico. Sarebbe assurdo trarre conclusioni definitive su una persona dal suo mascara o dalla sua BB cream. La psicopatia è un disturbo complesso e l’aspetto fisico ne è solo un riflesso molto parziale, se non addirittura inesistente.
Molti altri fattori entrano in gioco nelle scelte estetiche: l’educazione, la cultura, la professione, il comfort personale, il tempo a disposizione al mattino… Insomma, mille ragioni ben più sfumate dei semplici tratti della personalità.
Ciò che questo studio ci ricorda, in definitiva, è che le nostre scelte più quotidiane – come ci vestiamo, ci trucchiamo, ci pettiniamo – possono talvolta rivelare frammenti di ciò che siamo dentro. Non come segnali di allarme, ma come elementi di un linguaggio silenzioso che la psicologia cerca di decifrare. Quindi no, il viso di una donna non “tradisce” la sua psicopatia. Ma in alcuni casi può riflettere un modo di essere al mondo, un atteggiamento psichico, un modo di interagire con gli altri e con se stessi.