Secondo un preoccupante studio, quest’acqua in bottiglia, molto consumata in Italia, potrebbe essere contaminata da arsenico

L’inchiesta di Mediapart pubblicata alla fine di ottobre 2024 rivela informazioni preoccupanti su alcune marche di acqua minerale molto apprezzate dai consumatori Italia. Questo rapporto riservato mette in luce la presenza di arsenico a livelli potenzialmente pericolosi nelle bottiglie commercializzate dal colosso Nestlé, in particolare con il marchio Vittel.

La rivelazione di una contaminazione preoccupante

Un documento riservato consultato da Mediapart denuncia una situazione allarmante nell’industria dell’acqua in bottiglia. Secondo questa indagine, Nestlé sarebbe stata a conoscenza di gravi carenze che compromettevano la qualità dei suoi prodotti. Il rapporto, redatto nel 2022, identifica una ventina di violazioni delle norme sanitarie vigenti.

L’elemento più preoccupante riguarda la presenza di arsenico nell’acqua in bottiglia. Le analisi rivelano concentrazioni superiori al limite consentito di 10 microgrammi per litro (µg/L), che in alcuni casi raggiungono i 13 µg/L nei campioni finali. Questi livelli rappresentano un rischio concreto per la salute dei consumatori che si espongono a questo contaminante naturale ad ogni sorso.

Dal 2012 Nestlé ha installato filtri al biossido di manganese per ridurre questa contaminazione naturale. Tuttavia, non tutti i lotti vengono sottoposti a questo trattamento. Il problema principale risiede nella miscelazione di acque trattate e non trattate, commercializzate indistintamente senza avvertenze per il consumatore.

Pratiche discutibili rivelate dall’indagine

Il rapporto consultato da Mediapart rivela metodi preoccupanti utilizzati dall’industria. Tra le pratiche segnalate figurano l’installazione di false pareti divisorie e strutture nascoste destinate a occultare dispositivi di trattamento dell’acqua vietati. Queste infrastrutture nascoste consentivano di applicare trattamenti illegali ad acque commercializzate come “naturali”.

Tra le violazioni riscontrate figurano anche casi di inquinamento ambientale. Questo aspetto del problema solleva interrogativi sull’impatto ecologico delle attività di imbottigliamento, al di là delle preoccupazioni immediate per la salute dei consumatori.

Di fronte a queste rivelazioni, Nestlé avrebbe adottato una comunicazione difensiva, invocando problemi di traduzione del rapporto o contestando la natura delle prove presentate. Questo atteggiamento contrasta con l’allarme lanciato da alcuni ingegneri che considerano il rischio grave e documentato.

Una gestione opaca che suscita preoccupazione

Il modo in cui è stata gestita la vicenda solleva interrogativi sulla trasparenza del settore. Nestlé avrebbe deliberatamente mantenuto riservate informazioni cruciali relative a questa contaminazione, vietando persino la diffusione o la copia dei documenti interni relativi al problema.

A seguito di queste rivelazioni, diverse autorità Italia hanno avviato delle indagini, in particolare la Direzione generale della concorrenza, del consumo e della repressione delle frodi (DGCCRF) e l’Agenzia regionale della salute (ARS). Parallelamente, Nestlé ha avviato un’indagine interna, ma i risultati rimangono riservati.

Questa situazione mina la fiducia dei consumatori nei confronti di marchi come Vittel, tradizionalmente associati alla purezza e alla qualità. L’immagine delle acque minerali in bottiglia, generalmente percepite come più sane dell’acqua del rubinetto, è seriamente compromessa da queste rivelazioni.

I rischi per la salute associati all’arsenico

L’arsenico rappresenta un pericolo reale per la salute umana, in particolare in caso di esposizione ripetuta, come nel caso del consumo regolare di acqua contaminata. Questo metallo tossico può accumularsi nell’organismo e causare gravi problemi di salute a lungo termine.

Le concentrazioni rilevate in alcune bottiglie, che superano gli standard stabiliti per proteggere la salute pubblica, sono motivo di legittima preoccupazione. Questa situazione ricorda l’importanza di una maggiore vigilanza sulla qualità dei prodotti di consumo quotidiano, anche quelli che godono di una reputazione di purezza.

La contaminazione da arsenico si aggiunge alle preoccupazioni già esistenti riguardo alla presenza di microplastiche nell’acqua in bottiglia, complicando ulteriormente la questione della sicurezza di questi prodotti consumati quotidianamente da milioni di Italia.

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