Siamo sempre più convinti che Marte nasconda grandi quantità di acqua sotto la superficie. L’ultimo indizio ci è stato fornito da un terremoto

I dati raccolti dal sismografo della sonda InSight hanno permesso di rilevare un’anomalia sotterranea. In un lontano passato, Marte, oggi desertico, era ricoperto da fiumi e mari. Conosciamo alcuni dei resti di quell’epoca, come il delta fluviale Jezero esplorato dal rover Perseverance. Ma forse di quell’acqua è rimasto ben più di qualche traccia. Molto di più. Nuove prove. Uno studio geologico condotto grazie alla propagazione delle onde sismiche sul pianeta rosso ha ottenuto nuove prove dell’esistenza di acqua su Marte. Sebbene lo studio in sé non costituisca una prova definitiva, si aggiunge alla lista di studi che indicano che il pianeta vicino non è così arido come sembra.

Un passato umido

Gli oceani marziani hanno avuto una breve durata in termini geologici. Secondo le stime, sarebbero scomparsi tra 4,1 e 3 miliardi di anni fa (il nostro sistema solare ha circa 4,6 miliardi di anni), nei periodi chiamati Noeico e Hesperiano.

La minore attrazione gravitazionale e la mancanza di un campo magnetico che proteggesse i mari marziani dal vento solare hanno lasciato Marte senza oceani superficiali. Ma di quell’acqua è rimasto qualcosa di più di una manciata di segni nella geografia del pianeta rosso: l’acqua allo stato solido è rimasta, sia sotto forma di ghiaccio che integrata nei suoi minerali.

L’enigma dell’acqua mancante. Alcuni ricercatori hanno individuato un problema, ovvero la difficoltà che la somma dell’acqua evaporata, ghiacciata o incrostata nei minerali possa rappresentare il totale dell’acqua che un tempo era presente su Marte, spiegano in un articolo per The Conversation Hrvoje Tkalčić e Weijia Sun, coautori del recente studio geologico sull’acqua su Marte.

InSight, in soccorso

Nel suo recente studio, il team ha sfruttato i dati raccolti dal sismometro che la sonda InSight ha mantenuto operativo su Marte durante la sua attività. Durante questo periodo, Marte ha subito un terremoto e l’impatto di diversi meteoriti, eventi le cui onde sismiche sono state registrate dallo strumento a bordo della ormai defunta sonda.

Studiando la propagazione di queste onde, il team ha identificato un’“anomalia” in uno strato del sottosuolo marziano situato tra 5,4 e 8 chilometri sotto la superficie. Si tratta di uno “strato a bassa velocità” che, secondo l’ipotesi proposta dal team, corrisponderebbe a uno strato di roccia porosa piena d’acqua, “come una spugna satura” o “qualcosa di simile alle falde acquifere della Terra”.

Molta acqua. Questo strato potrebbe nascondere una quantità significativa di acqua, sufficiente a colmare il deficit idrico calcolato dagli esperti. “Abbiamo calcolato che lo ‘strato acquifero’ su Marte potrebbe contenere acqua sufficiente a coprire il pianeta con un oceano globale profondo tra i 520 e i 780 m, diverse volte più dell’acqua contenuta nella calotta glaciale antartica”.

I dettagli dello studio saranno pubblicati in un articolo sulla rivista National Science Review, ma per ora dobbiamo accontentarci di una bozza.

Le prove si accumulano. Non è la prima volta che ci giungono prove dell’esistenza di vaste quantità d’acqua nel sottosuolo marziano. Poco più di un anno fa, uno studio condotto sulla base dei dati della sonda europea Mars Express giungeva a una conclusione simile, ovvero all’esistenza di enormi quantità d’acqua, sufficienti a creare un oceano profondo diverse centinaia di metri, nel sottosuolo marziano.

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