Estrarre acqua potabile utilizzando rifiuti organici? Scopri questo metodo straordinario, messo a punto dai ricercatori dell’Università del Texas! Secondo l’OMS e l’UNICEF, circa 2 miliardi di persone, ovvero il 30% della popolazione mondiale, non hanno accesso all’acqua potabile. Una cifra che potrebbe aumentare nei prossimi anni a causa del riscaldamento globale. Negli ultimi anni sono stati sviluppati diversi metodi per consentire alle comunità remote di accedere all’acqua potabile, per citare solo i recuperatori di acqua atmosferica. Negli Stati Uniti, i ricercatori della University of Texas hanno sviluppato una nuova tecnica che può trasformare quasi tutti i rifiuti organici in collettori d’acqua. Il loro obiettivo? Produrre acqua potabile in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo, utilizzando vari materiali naturali.
Trasformare i rifiuti organici in collettori d’acqua
I ricercatori dell’Università del Texas hanno sviluppato un nuovo metodo che permette di estrarre acqua potabile direttamente dall’aria. A tal fine, utilizzano la biomassa, come rifiuti alimentari, rami secchi, conchiglie, ecc. Usano i cosiddetti “idrogel di biomassa funzionalizzati molecolarmente” per convertire la materia organica in sorbenti, materiali che catturano i liquidi. Secondo loro, combinati con un calore delicato, questi ultimi consentono di raccogliere litri di acqua potabile dall’atmosfera, anche in condizioni di siccità. Per Weixin Guan, dottorando senior e ricercatore principale dello studio, l’accesso all’acqua potabile deve essere semplice, sostenibile e scalabile, e il loro idrogel a base di biomassa soddisfa perfettamente queste aspettative. Inoltre, sarebbe biodegradabile e richiederebbe pochissima energia per liberare l’acqua.
Una tecnica diversa dai metodi tradizionali di recupero dell’acqua atmosferica
I ricercatori indicano che il loro nuovo sistema è molto diverso dai metodi tradizionali di recupero dell’acqua atmosferica, che generalmente si basano su materiali a base di prodotti petrolchimici e richiedono alti livelli di umidità. Infatti, come già detto, può estrarre quantità significative di acqua anche in ambienti aridi. Per ottenere questo risultato, il team di ricerca dell’Università del Texas spiega di utilizzare un processo di ingegneria molecolare in due fasi. I ricercatori procedono a una modifica molecolare dei polisaccaridi naturali, al fine di migliorare la loro capacità di catturare l’umidità dell’aria a temperatura ambiente. Questo sistema rappresenta un nuovo modo di concepire i sorbenti, affermano i ricercatori. Invece del tradizionale approccio di “selezione e combinazione”, che richiede la scelta di materiali specifici per funzioni specifiche, questa modifica molecolare permette di trasformare quasi tutta la biomassa in un efficace collettore d’acqua. Per inciso, il loro studio è stato pubblicato sul sito Advanced Materials.
Risultati dei test promettenti
I ricercatori dell’Università del Texas hanno già testato il loro nuovo metodo e, secondo loro, i risultati si sono rivelati molto promettenti. Con un solo chilogrammo di idrogel a base di biomassa, sono stati in grado di produrre fino a 14,19 litri di acqua al giorno. Una resa che sarebbe molto interessante, poiché la maggior parte delle tecnologie esistenti per il recupero dell’acqua atmosferica produce tra 1 e 5 litri per chilogrammo. I ricercatori indicano anche che la cellulosa, l’amido e il chitosano sono stati molto efficaci. Ciò significa che una vasta gamma di biomasse vegetali potrebbe essere utilizzata per produrre acqua pulita. “Poiché questo idrogel può essere prodotto a partire da biomasse ampiamente disponibili e funziona con un apporto energetico minimo, presenta un forte potenziale di produzione e di utilizzo su larga scala in comunità non collegate alla rete, operazioni di soccorso di emergenza e sistemi di approvvigionamento idrico decentralizzati”, spiega il ricercatore Yaxuan Zhao, coautore dello studio.
Attualmente, il team di ricerca sta lavorando alla scalabilità della produzione e prevede di progettare dispositivi reali per la commercializzazione. Tra questi, recuperatori d’acqua portatili, sistemi di irrigazione autonomi e dispositivi per l’acqua potabile di emergenza. Speriamo in uno sviluppo favorevole a questa innovazione che rappresenta una reale opportunità per le popolazioni che non hanno accesso all’acqua potabile, non credete?